Contrastare l’invecchiamento cellulare e ridurre i sintomi nel paziente fibromialgico.

La fibromialgia determina un dolore cronico che interessa differenti zone dell’apparato muscolo scheletrico. La sua prevalenza varia dal 2% all’8% della popolazione e può svilupparsi a qualsiasi età, anche durante l’infanzia. La malattia, presente in tutto il mondo, è caratterizzata da alcuni sintomi principali come dolore cronico, astenia, mal di testa cronico, insonnia, difficoltà di concentrazione, depressione e/o stati d’ansia. Il meccanismo fisiopatologico che scatena la malattia non è chiaro, sembra tuttavia  accertata un’alterazione delle vie centrali del dolore con amplificazione della percezione anche in assenza di stimoli nocivi. Le condizioni emotive possono innescare o peggiorare i sintomi.

Molti pazienti mostrano alterazioni dell’asse HPA (ipofisi-ipotalamo–surrene) con maggiore infiltrazione di mastociti attivati e aumento di citochine pro-infiammatorie. Una recente ricerca ha rilevato infiammazione nell’ipotalamo con aumento di chemochine proinfiammatorie nel siero e nel liquido cerebrospinale.

Quali sono le possibili terapie?

La terapia farmacologica si basa sull’uso di farmaci antidepressivi come la paroxetina o la sertralina, sali di magnesio, antiepilettici come il gabapentin o pregabalin, analgesici centrali (tramadolo e codeina con paracetamolo) ed alcuni farmaci antiparkinsoniani.
Le terapie fisiche come la TENS vengono consigliate perché risultano efficaci in una buona % dei casi mentre il massaggio potrebbe peggiorare la sintomatologia. Sicuramente è consigliata l’attività motoria in acqua termale che aiuta a rilassare la muscolatura.

L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale. La dieta abituale dovrebbe contenere cibi ricchi di bioflavonoidi e vitamina E (frutta e verdure di stagione), si dovrebbe aumentare il consumo di selenio e zinco, limitare l’apporto di farine raffinate, fritti, zuccheri e tutti gli alimenti che contengono additivi e/o acidi grassi trans, in quanto possono peggiorare l’infiammazione e compromettere le funzioni del sistema immunitario. Molti pazienti con fibromialgia hanno riscontrato miglioramenti con l’uso terapeutico di marijuana, grazie agli effetti analgesici, miorilassanti, ansiolitici. I cortisonici un tempo erano usati con facilità ma non sono indicati.

L’integrazione alimentare si basa anche sulle vitamine del gruppo B, il magnesio organico, gli aminoacidi essenziali per l’effetto sui mitocondri (pro energetico),  gli estratti vegetali con azione antiossidante e antinfiammatoria.

Quali sono gli integratori a base di elementi naturali?

In tal senso, riteniamo molto interessante l’integratore Mythelor in capsule, efficace e ben tollerato essendo composto dai più noti e studiati bioflavonoidi del commercio come la Quercitina, la Fisetina, l’Oleuropeina, l’EGCG del tè verde e il Selenio Excell, una forma di selenio ad alta biodisponibilità. Il Mythelor è interessante specie per l’azione di pulizia delle cellule senescenti, cioè quelle cellule ormai incapaci di favorire il rinnovamento tissutale ma capaci di estendere l’infiammazione alle cellule vicine. Non solo, per l’elevata sicurezza rispetto ai cortisonici e ai FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), che possono provocare seri effetti collaterali sull’apparato digerente e sui reni, è possibile sfruttare l’azione antinfiammatoria a lungo termine del Mythelor senza particolari controindicazioni o effetti indesiderati.


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