Far morire di fame le cellule tumorali

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Far morire di fame le cellule tumorali


Uno dei maggiori problemi dei pazienti che combattono la leucemia o il cancro in generale sono le ricadute, sebbene la chemioterapia aiuti a eliminare gran parte delle cellule tumorali.
Il dottor Cedric Tremblay del Centro australiano per le malattie del sangue della Monash University è il primo autore di uno studio pubblicato a dicembre 2020 su NATURE COMMUNICATIONS relativo a un nuovo approccio per indebolire e poi uccidere le cellule tumorali.
“Quello che stiamo cercando è un nuovo metodo per eliminare le cellule tumorali. In generale, la terapia contro il cancro utilizza farmaci mirati che bloccano uno specifico recettore, marcatore, gene o proteina che aiuta le cellule tumorali a sopravvivere”.
Le cellule tumorali sono però altamente adattive, trovano il modo di rinnovarsi “aggirando” gli ostacoli, compensando l’effetto dei farmaci e dunque migliorando il loro repertorio adattivo.
“Le cellule tumorali hanno una capacità chiamata ‘plasticità’. Ad esempio, ci sono alcuni chemioterapici che privano le cellule tumorali di asparagina- un amminoacido fondamentale per le cellule tumorali – ma poi queste si adattano utilizzando un altro amminoacido per sopravvivere”.

Il digiuno periodico fa morire di fame i tumori resistenti al cisplatino.
Novella Guidi e Walter Longo (SCIENCE 2018)


Il trattamento dei tumori con il cisplatino evoca spesso resistenza alla terapia limitando l’uso clinico del farmaco. Una ricerca del 2018 mostra che la resistenza al cisplatino dell’adenocarcinoma polmonare è vulnerabile ai cicli di digiuno periodico, a causa della sua stretta dipendenza dalla disponibilità di glutammina, un aminoacido non essenziale necessario alla biosintesi dei nucleosidi.
Conoscere in profondità gli effetti metabolici della nutrizione e del metabolismo proteico, distinguere bene fra EAA e NEAA, è un aspetto fondamentale della cura del cancro e di qualunque altra malattia.
Il digiuno periodico favorisce il suicidio delle cellule resistenti alla chemioterapia perché riduce la disponibilità di glutammina, un aminoacido classificato non-essenziale di cui esse, principalmente, si nutrono.
La Glutammina è un aminoacido presente nelle proteine alimentari che induce insulinoresistenza e aumento di urea per cui sarebbe meglio bandirlo da qualunque integratore.
La glutamina non dovrebbe essere somministrata ma prodotta dall’organismo a partire dagli aminoacidi essenziali se serve, quando serve e dove ne serve perché la sua privazione può affamare una cellula tumorale.
Nell’agosto 2017, un altro gruppo di ricercatori italiani, della Università di Camerino, pubblicò uno studio al quale partecipò anche la Mytho mettendo a disposizione il prodotto necessario alla ricerca.

Gli aminoacidi essenziali portano le cellule tumorali all’apoptosi attivando l’autofagia.
I messaggi ambientali forniti dagli AA governano la dinamica della vita o della morte delle cellule tumorali. Un diverso equilibrio tra aminoacidi essenziali (EAA) e aminoacidi non essenziali (NEAA) nei nutrienti può essere uno strumento capace di modificare il destino delle cellule tumorali. In questo studio, due miscele di AA, una composta esclusivamente da EAA e l’altra composta da 85% EAA e 15% NEAA, sono state testate per esplorarne gli effetti sulla vitalità di diverse linee cellulari, sia normali che tumorali.
Il risultato fu che le due miscele a prevalenza di essenziali EAA avevano un effetto antiproliferativo e citotossico che comportava attivazione dell’autofagia e dell’apoptosi delle cellule neoplastiche.

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